martedì 26 gennaio 2016

Mille Tempeste - Recensione

Ritorno ancora una volta su Tony Sandoval, per recensire il suo Mille Tempeste, anche questo edito in Italia da Tunuè.



Tony Sandoval
Ho parlato di lui anche nella recensione di Nocturno, per cui leggetevi QUI la piccola scheda informativa sull'autore, se volete approfondire l'argomento (sono pigra, così lavoro di meno!).
Quando ho incontrato Tony Sandoval al Comicon di Napoli, io e Marco in due ci siamo comprati tutto ciò che c'era in vendita sul banco. Abbiamo anche avuto modo di parlare con l'autore (la cui maestria nell'abbozzare in pochi istanti meravigliose fatine di acquerelli è impressionante) e di chiedergli quali fossero le opere che gli era piaciuto di più scrivere.
Lui ci ha detto che di tutti i suoi lavori Watersnake è il più bello di tutti, ma anche Doom Boy se la gioca bene. E poi ci ha consigliato vivamente di leggere questo Mille Tempeste, un'opera che appartiene allo stesso universo di Watersnake, di cui troverete una recensione QUI 

Mille Tempeste
Dopo aver letto molti dei testi di Sandoval, ho la conferma che uno dei suoi marchi stilistici è quello di trattare di personaggi che in qualche modo si somigliano: persone che si trovano a cavallo tra il mondo reale e quello fantastico; una sorta di entità la cui sensibilità allo stesso tempo li allontana dal mondo, ma dà loro la capacità di vedere oltre, di essere in qualche modo speciali nel loro essere completamente strani, difficili da capire dalle persone piccole che si lasciano vivere senza avere nulla che li renda speciali.
In questo graphic novel si racconta la storia di Lisa, un essere angelico che sta diventando donna. La storia quindi tratta di un momento estremamente complicato della vita di ognuno di noi, il periodo del cambiamento, il momento in cui si diventa qualcosa di completamente diverso da quello che si era da bambini.
La situazione è difficile: Lisa non ha i genitori, la madre è morta, il padre è andato chissà dove. La ragazzina vive a casa della zia e viene continuamente presa di mira dagli stupidi dispetti del suo crudele cuginetto.
Lisa è bellissima, e la sua caratteristica di essere a cavallo tra il mondo vero e quello della fantasia la porta ad isolarsi, confusa a causa della fase di cambiamento adolescenziale. Lisa gira da sola, di nascosto, quasi si vergognasse di farsi cogliere in flagrante a giocare con le sue bamboline, ricordo della defunta madre. Questi suoi giochi la conducono sempre lontano, ad esplorare nuove zone di un paesaggio allo stesso tempo brullo, salmastro, ma anche boschivo.
Questi pellegrinaggi nel suo mondo ancora infantile, un giorno, la portano verso un regno fantastico dove si assiste ad una lotta tra le piccole creature del regno fatato, che finiranno poi con l'avere delle gravi conseguenze anche sul mondo reale.
Come è ovvio che sia, il processo di cambiamento dalla fase infantile alla maturità porteranno Lisa ad affrontare situazioni estremamente drammatiche, a cominciare dall'essere additata come quella "strana" come una "strega", quindi alla persecuzione da parte di ragazzini spaventati dal diverso, fino ad arrivare a toccare corde ancora più forti (che non vi svelo perché non voglio farvi uno spolierone).

Interpretazione
Ho letto molte recensioni di questo graphic novel, ma non ne ho trovata una che mi soddisfacesse appieno per quanto riguarda l'interpretazione effettiva della storia.
Detto sinceramente, Tony Sandoval se ne frega dei buchi di trama o di creare una storia che sia perfettamente lineare e comprensibile a tutti. Io credo che lui cerchi di dare una sorta di impressione, al lettore, che fruisce il graphic novel come se fosse proiettato improvvisamente all'interno del sogno di qualcun altro. Per cui se in una storia razionale e normale noi siamo abituati ad un percorso che dalla A arriva alla C passando per B, Sandoval invece predilige una trama che da A arriva a C passando prima per G,H, Y e Z, senza per forza chiedersi se le cose siano effettivamente comprensibili, arrivando quindi a tentare di imitare la struttura fantastica dei sogni. E così come nei sogni, alla fine di questo graphic novel ti viene da chiederti "ma quello che ha vissuto Lisa è uguale a quello che hanno vissuto gli altri protagonisti? Qual'è la realtà, quella che hanno capito gli altri, o quella che abbiamo visto noi?"

Oltretutto non mi sembra che nelle altre recensioni si siano soffermati sull'elemento della mamma morta. Durante tutto il graphic novel c'è effettivamente la crisi esistenziale dovuta al passaggio dall'infanzia all'adolescenza, ma tutto questo è anche condito dal peso opprimente della mancanza della madre. Ho come la sensazione che, in fin dei conti, quest'opera sia un'opera che parla di un passaggio, che parla di crescita, ma allo stesso tempo parla anche di mancanza e di come il vuoto dell'assenza di una figura genitoriale così importante significhi anche il tentativo, da parte di una ragazza che si trova ad affrontare la propria identità, di ricercare un modello a cui ispirarsi, per dire "Io da grande voglio essere così, come era la mia mamma".
Forse la chiave di lettura più precisa che si possa dare a un'opera che offre così tanti punti di vista sul mondo, può essere proprio quella della costruzione di un'identità che era acerba nella bambina e che vuole maturarsi nella donna che presto Lisa diventerà.

I disegni
I disegni come sempre hanno una forte portata artistica.
Caratteristica di Sandoval è il tratto delicato per esserini minuscoli, che fanno tenerezza, con quella testa grande che dovrebbe farli diventare grotteschi. E grotteschi lo sono, infatti, soprattutto quando guardiamo gli esserini del popolo fatato, oppure i ragazzini che circondano Lisa, e tutti i vari abitanti del villaggio. Ma Lisa no, sebbene abbia quella testa grande, in qualche modo riesce ad essere allo stesso tempo stilizzata e leggiadra, un essere effettivamente angelico, una delle solite fatine di Sandoval.
I colori sono acquerelli o pastelli che danno a tutto il volume quell'atmosfera allo stesso tempo cupa e delicata.
C'è una mistione di tecniche, oltretutto, che sembra voler sottolineare determinati momenti funzionali alla trama. Alcune tavole, o talvolta anche solo alcune vignette, sono  trattate ad acquerello, mentre buona parte del volume predilige l'utilizzo della computer grafica.
In alcune recensioni ho letto che questo cambio di stile sta a sottolineare il passaggio dal mondo reale a quello fantastico. Credo non esista un'affermazione più sciocca di questa. In realtà credo che questa diversità di tecnica la si utilizzi più che altro per dare un ritmo diverso a determinati momenti della trama che possono essere definiti onirici, anche se non appartengono necessariamente al mondo, per così dire, fantastico.
Anzi, quando la camera va a spiare cosa accade nel regno fantastico, vediamo che Sandoval utilizza la stessa tecnica di colorazione digitale, mentre in scene che riguardano il mondo reale particolarmente importanti, torna ad usare gli acquerelli (come avviene per il primo bacio di Lisa Che vedete qui accanto).
Per questo motivo non c'è secondo me una schematizzazione che divide il reale dal fantastico, quanto piutosto una volontà di farti interiorizzare determinati attimi immobilizzandoli in una sorta di dimensione onirica, che ti fa leggere diversamente quelle scene, come se appartenessero ad attimi di realtà che tu vivi diversamente, sia nel tempo, sia come sensazioni precise di fuoriuscita dalla realtà totalmente soggettive.

Conclusione
Non credo che il graphic novel sia all'altezza di Watersnakes, che ne rappresenta un precedente non solo stilistico, ma anche tematico.
Watersnakes aveva qualcosa che questo Mille Tempeste non ha, e che potrebbe anche facilmente essere il mio personalissimo approccio al primo, che mi ricorda atmosfere e sensazioni precise della mia infanzia, rispetto invece a quest'altro, le cui tematiche e le vicende della protagonista non rappresentano nulla che si avvicini particolarmente al mio vissuto (a parte le persecuzioni da parte dei bambini).
Detto questo, al di là del gusto personale (che pur sempre viene fuori, quando si parla di letteratura), ritengo che questo graphic novel segni comunque un passo in avanti nella carriera di questo autore.
Tony Sandoval ha fatto centro un'altra volta.

A chi lo consiglio
A tutti quelli che si sono lasciati affascinare dai precedenti Graphic Novel di questo autore. A quelli che amano le storie di crescita, magiche e allo stesso tempo drammatiche. A quelli che riescono a cogliere tutte le sottili sfumature oniriche e liriche che questo autore ci offre.

A chi non lo consiglio
A quelli che continuano a voler cercare una perfetta linearità di trama. A chi non riesce a concepire in maniera fantastica la realtà. A chi non crede nelle fate.

Nessun commento:

Posta un commento