martedì 4 novembre 2014

Lucca Comics - considerazioni personali - Parte Seconda

SECONDO GIORNO



[ATTENZIONE: questo post è il seguito di questo]

Ansia.
Ricordo distintamente che Marco non ha quasi chiuso occhio la notte, prima di arrendersi e svegliarsi alle 5 di mattina. Si è convinto che io stessi dormendo (cosa falsa) per cui siamo rimasti nel letto in silenzio fino alle 6, quando è suonata la sveglia.
Sono riuscita a convincere Marco che ci avrei messo solo un quarto d'ora per farmi la doccia (ingenuo) quindi sono riuscita a restare nel letto abbastanza da farmi ricordare chi ero e dove fossi e perché non ero a casa.
Poi Marco ha cominciato a darmi pressa. Abbiamo ingollato la colazione e siamo corsi per la volta di Lucca.
Il piano era questo:

- Arrivati a Lucca mi ferma all'incrocio per prendere i braccialetti.
- Marco va a trovare posto
- Una volta trovato posto Marco corre allo stand Bao per lasciare i nostri nomi sperando di rientrare nei primi 20 per avere uno sketch di Fiona Staples.

Dunque, immagino che i signori organizzatori del Lucca Comics siano perfettamente coscienti del fatto che quando uno caca un botto di soldi per avere un biglietto che vale tre giorni, si rompe solennemente i coglioni di dover fare la fila tutti i maronni di giorni per prendersi un braccialetto che dovrebbe concederti di entrare negli stand senza dover mostrare il biglietto ogni volta. Siccome nella maggior parte degli stand oltre al braccialetto devi per forza mostrare pure il biglietto, mi spiegate l'utilità di questa cosa? Forse volete solo farmi esaurire, e se è così ci siete riusciti benissimo.
Altra cosa molto divertente: il giorno prima, facendo i biglietti, abbiamo chiesto più volte da che ora si potevano prendere i braccialetti. Ci era stato risposto alle 8.00, ma quando siamo arrivati lì scopro che invece l'orario di apertura era alle 8.30. Grazie per l'ennesima menzogna!
Va bene, comunque il nostro piano è in parte saltato perchè:

- io mi metto in fila per prendere i braccialetti per entrambi, e in fila con me c'è la famiglia Addams che mangia panini al prosciutto a quell'ora di mattina, roba veramente da film dell'orrore. Due nerd mi tengono il posto mentre vado a prendere questioni con il tipo dello staff con il megafono in mano, circa il fatto dell'orario.
- In quel momento vedo passare Marco, che ha trovato miracolosamente posto ancora una volta in Piazza Aldo Moro. Marco mi rassicura dicendomi che il tipo col megafono non mi ha chiamato stronza e non sono giustificata a ficcargli il megafono in qualche orefizio.
- Riprendo la mia fila immensa e dopo cinque minuti mi telefona Marco, dicendomi che è arrivato, tutto ok, e lui era il settimo. Gli ho domandato angelicamente se si era ricordato, amore caro, che anche io volevo lo sketch e lui è caduto dalle nuvole.
- Dopo altri due minuti mi richiama per dirmi che il tipo che gestisce la fila non gli ha fatto prendere il numero anche per me, che ci dovevo stare io lì per forza.
- Mi salta un neurone, e alla fine decidiamo che prima vado a prendere il cazzo di numero di merda, e poi andiamo a prendere i braccialetti.

Ok, corro allo stand Bao, e riesco addirittura ad arrivarci perdendomi una sola volta. Fiera di me stessa mi avvicino spavalda allo stand, dove mi affibbiano il numero 13.
Dico al tipo"scusami, ma io sto con lui", indicando Marco.
E il tipo mi fa "Sì, ma sei arrivata tardi, sei comunque il 13" evvabbè.
Quindi dico a Marco "Amore, andiamo a fare i bracciali, così ci prendiamo pure un caffè".
E il tipo mi fa "Non potete muovervi di qui fino a mezzogiorno."
Panico.
Dunque, io ancora non ho capito per quale cazzo di motivo siamo dovuti restare lì per tutto quel tempo, per cui ve lo farò dire dalla razionalità nerdica di Marco, che scrive:

"allora, praticamente, cercando di dire tutto in una frase sola: non ci potevamo muovere da la perché la fila era "fisica", non hanno voluto prendere nomi e prenotazioni perché altre volte in cui l'hanno fatto è finita male, tipo una volta il 6 non c'era, arrivò mentre stavano facendo il disegno al 7 piantando una grana talmente grossa da far alzare e andar via i disegnatori, che chiusero lì, quindi per evitare qualsiasi inchippo, la fila era fisica, come mettersi in coda al comune, i numeri erano solo un'indicazione per noi, a loro non fregava nulla, bastava che stessimo là in coda ad aspettare"

Ci viene concesso di dividerci, Marco va a prendere i braccialetti di merda, e io invece rimango a fare da segna posto. Mentre sto lì fuori comincio a guardarmi attorno, e vedo una serie di maschi palesemente nerd, molto contenti di fare la fila fino a mezzogiorno.
Dunque inizio a socializzare, cosa sbagliatissima.
Chiedo per quale motivo devo stare lì, e un tipo mi bofonchia "No, è perché devi capire che la gente lascia il numero, e poi alla fine si va a fare le file negli altri stand, con la scusa di andare un attimo in bagno"
E io rispondo "E che c'è di male?"
"Che è brutto, cioè, mentre gli altri sono qui, che lui si va a fare la fila"
"Scusa, ma la Staples e Vaughan non arrivano a mezzogiorno?"
"Sì"
"E fino a mezzogiorno uno può visitarsi almeno un altro stand e fare almeno un'altra fila... cosa c'è di male?"
"No, evvabbè, che gli altri restano invece qui a fare la fila."
"Scusami, io ho pagato profumatamente per venire qui a Lucca, voi mi impedite di fare quello che devo fare perchè sennò pare brutto?"
Siccome credo di essermi scaldata un po' troppo, mi rendo conto che il nerd davanti a me non crede affatto che io abbia ragione, ma mi dà ragione lo stesso, forse per paura che io cominci a pestarlo.
Dopo qualche attimo di silenzio, mi accorgo che un altro nerd sta dicendo a quello della Bao, con un tono scherzoso al 40%, che Marco ha fatto finta di non aver preso i braccialetti, che ce li aveva in tasca, e con la scusa di andarli a prendere si stava facendo la fila altrove.
Ora: anche se fosse, cosa cazzo c'è di male? Io ho pagato, dannazione, mi sono svegliata che era ancora buio, sono venuta a Lucca talmente presto che in dieci minuti riesco a vedermi buona parte degli stand perché non c'è un cazzo di nessuno, ma tu chi cazzo sei per impedirmi di farlo? Ma soprattutto: NON ERA VERO! Davvero dovevamo prendere i braccialetti!
Marco torna giusto in tempo, prima che io decida di togliermi la cintura e cominciare a fustigare chiunque.
Decido che è ora che io prenda il mio secondo caffè e dovrei fare una puntatina al bagno, quindi avverto il signor vigilante-della-coda che mi allontano per cinque minuti, gli chiedo se vuole un caffè, e niente, mi allontano.
Una delle cose che ho scoperto di Lucca, è che il sabato non solo devi fare la fila per entrare negli stand, per guardare le cose degli stand, per entrare in un negozio, per prendere un caffè, per chiedere un'informazione, per andare al cesso, ma si deve fare anche la fila per camminare semplicemente per strada.
Quando vado al bar prendo un caffè che sa di cesso, e chiedo di andare nel bagno.
C'è la fila e mi premuro di chiamare Marco, che in quel momento stesso stava per prendere questioni con quello di poco prima che adesso sosteneva che io mi ero allontanata per andare a fare qualche fila da qualche altra parte (al cesso!!!!).
Prendo questioni anche al bagno, siccome, dopo aver aspettato un quarto d'ora, avviso la ragazza che era dopo di me che ci avrei messo un po' perché dovevo farmi una passata di matita agli occhi (siccome non avevo avuto tempo di truccarmi la mattina). L'ho avvisata perché sono una persona gentile. Ma evidentemente la ragazza dopo di me non era gentile, dato cheha cominciato a bussare alla porta del cesso perché, a detta sua, si stava preoccupando della mia salute (!!!).
Torno come una furia a fare la cazzo di fila fuori allo stand della Bao, mi leggo il primo numero di Ringo, di Recchioni, e scopro che quasi tutti quelli attorno a me odiano mortalmente Recchioni, ma si comprano ogni fottuta cosa che scrive. Per cui, a un certo punto, non ce l'ho fatta e gli ho chiesto per quale cazzo di motivo si continuano a comprare sti fumetti, se proprio gli fa schifo Recchioni. E loro, ovviamente, credo mi abbiano biascicato qualcosa in risposta, che non ho ascoltato, e Marco tuttora sostiene che nessuno mi abbia chiamato stronza, anche se io credo di averlo sentito dire a un paio di loro.
Mentre cerco di non esaurirmi ho un'illuminazione: DEVO necessariamente fare qualcosa per svelenire, dunque, perché non riversare la mia frustrazione verso gli altri? Decido quindi di esprimere il mio odio verso l'umanità fotografando tutti i cosplay peggiori che mi si paravano davanti. Li ho postati tutti su FaceBook con il tag #cosplaybrutti.
Siccome so per certo che il vero nerd è permaloso, ci tengo a specificare una cosa che ho scritto come status su FB, onde evitare che ci siano scatti d'ira della gente con la quale, purtroppo, devo pur sempre condividere il pianeta:

Piccolo chiarimento sui ‪#‎cosplaybrutti‬: prima che mi prendiate tutti per una stronza senza speranze, vorrei specificare che, facendo quelle foto, sono partita dal presupposto che se una persona si veste da fumetto/videogioco/cartone animato, questa persona deve avere una grande auto ironia e deve necessariamente prendersi poco sul serio. Soprattutto se sei un Sandman di 200 Kg. Le mie prese in giro non vogliono offendere nessuno, e se ho offeso qualcuno che conoscete o di cui siete innamorati, o qualche vostro parente, vi chiedo scusa. Però, veramente, prendetevi meno sul serio

Alla fine riusciamo a parlare con Vaughan e Staples, io e Marco li abbiamo adorati tantissimo. Grazie al tipo della Bao che mi traduceva le scemenze che dicevo, ho detto a Vaughan che voglio fare la sceneggiatrice e che voglio diventare brava come lui, che Principe Robot IV è il mio personaggio preferito, che è il più umano di tutti, e che non si deve lasciare impressionare se ho chiesto alla Staples di farmi fare invece lo sketch di Gatto Bugia.
Marco sembrava un bimbo felice e innamorato. Abbiamo qui una diapositiva:

Ovviamente io non sono brava a disegnare e questa immagine è abbastanza agghiacciante, sia perché paradossalmente assomiglia a Marco in maniera impressionante, sia perché vedere un omone grande e grosso calvo e con la barba con gli occhi a cuoricino, potrebbe essere uno dei segni dell'avvento dell'apocalisse.

Ritornando al nostro racconto, vi dico che abbiamo mangiato male un panino in una salumeria che aveva finito i panini, e ci ha dato di nascosto il pane della San Carlo (ne sono certa, siccome ce li ha fatti non davanti a noi). L'imbottitura era buona, ma poca.

Siccome io studio storia dell'arte e Marco era in debito con me per la sveglia alle 5, oltre alla visita agli stand accessibili, ci siamo fatti anche il giro di Duomo, San Giovanni, Torre e scavi archeologici. In particolare nel duomo , sul portale, nella lunetta di sinistra, c'è una deposizione e una natività di Nicola Pisano e bottega, che, per farla breve, possiamo definirla una delle tappe più importanti nello sviluppo dell'arte, se tenete conto che le altre lunette dello stesso portale sono opere contemporanee (maledettamente romaniche!).
Dentro la chiesa c'è pure il monumento funebre a Ilaria del Carretto di Iacopo della Quercia, una delle opere scultoree che si vedono in tutti i libri di storia dell'arte, ma che nessun professore di liceo sa spiegarti bene, e io non lo farò perché adesso mi rompo.

Durante il resto della giornata abbiamo fatto file per entrare ovunque, soprattutto la fila per superare un incrocio per strada, credo sia stata la nota di interesse più alta di tutta la giornata.
Abbiamo visitato il Japan Village, che è in pratica un posto dove vendono solo cose giapponesi, dove c'è gente vestita come i giapponesi che fa sfilate spiegando cose giapponesi, dove si mangia roba giapponese che fa schifo a Gesù, tipo tagliolini in brodo che se te li porti da casa fai prima e sanno pure meno di merda, e poi abbiamo cercato di vedere gli stand, ma non ci si poteva proprio avvicinare, e, comunque, dandoci un occhio, non abbiamo trovato niente di diverso da quello che si potrebbe trovare al Comicon di Napoli.
Non voglio entrare troppo nel dettaglio, anche perché mi sono rotta il cazzo di scrivere, e anche perché immagino voi abbiate smesso di leggere dalle prime tre righe, quindi vi dico solo che:

- I prezzi da fiera non esistono, la maggior parte delle cose che volevamo comprare abbiamo pensato di ordinarcele su Internet, anche solo per il fatto che era un rompimento di cazzo portarsi le buste in mano, quando ti possono arrivare comodamente a casa allo stesso identico prezzo.

- Il Comicon di Napoli è fornito delle stesse cose di quello di Lucca ed è meno dispersivo, e forse vale la pena di arrivare a Lucca solo per gli ospiti speciali.

- Di qualsiasi fiera si parli, c'è sempre molto di buono o di brutto da dire, ma l'importante è che ci si lamenti. Ho da dire un sacco di cose contro l'organizzazione di Lucca (come avete visto), così come per Napoli, ma quello che c'è di bello è che nel giro di pochi anni una massa infinita di gente si è accorta che esiste un mondo di comics, cartoni, fantascienza, videogiochi e simili, enorme e tutto da esplorare, anche solo per passare il tempo, e che, andando avanti, sta diventando sempre di più un fenomeno sociale, un fenomeno di costume a cui sicuramente bisogna prestare attenzione, se non ci si vuole perdere per strada una grossa fetta della cultura del nostro secolo.

Non so come concludere quindi lo farò così.

FINE



4 commenti:

  1. è che nessuno vuole venire a napoli

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    1. Eh, ma ho notato una certa affluenza di "stranieri" nell'ultimo Comicon, speriamo che la tendenza sia la stessa nei prossimi anni (sempre che l'organizzazione continui a migliorare) :D

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