martedì 10 novembre 2015

La Guardia dei Topi, Autunno 1152 [Recensione]

La Guadia dei Topi è una saga di David Petersen, edito in Italia da Panini, nella collana 9L.
Il nome della collana si legge "NOVELLE". Un sagacissimo gioco di parole. Già.
Parliamo di storie di animali. Avete presente le favole di Esopo e tutti gli altri grandi classici della letteratura infantile, nei quali i protagonisti delle storie sono degli animali umanizzati?
Ecco, siamo su quel filone lì. Ma andiamo con ordine.

David Petersen
Un autore americano la cui biografia potrete comodamente trovare qui.
Da quello che ho capito, Petersen è famoso proprio per la creazione di questo ciclo di favole grafiche ambientate nel mondo dei topi e che si chiamano, appunto "La Guardia dei Topi".
Pare che tutto il ciclo finora pubblicato abbia riscontrato un certo successo.
Da quello che si evince anche da quanto scritto stesso dall'autore nell'introduzione al primo volume, si tratta di una specie di idea che gli è cresciuta nella testa e ha cominciato a prendere vita pian piano.
Quello che possiamo effettivamente dire, è che questo autore ha creato un vero e proprio mondo, con le sue regole e la sua società, le sue caratteristiche, e questo è un elemento tipico degli scrittori del fantasy classico e della fantascienza. e per questo motivo dobbiamo inchinarci di fronte almeno alla sua capacità di immedesimazione e creazione di un mondo fantastico.
La caratteristica di questo universo è che non si tratta di un fantasy semplice, pieno di magia e roba del genere. Potremmo definirlo forse un fantasy per l'ambientazione favolistica, per i protagonisti che sono tutti topi, per l'epicità insita nei temi trattati, ma è un fantasy cosiddetto low-magic. Non ci sono (per ora) magie e strani mostri. Tutte le difficoltà che i nostri topini arrivano ad affrontare, sono difficoltà dovute alle avversità della natura (e si sa che i topi sono delle ottime "prede"), che i nostri eroi affronteranno con le loro semplici abilità, senza dover ricorrere ad artefatti magici.

Autunno 1152
Credo sia un capitolo piuttosto introduttivo, volto principalmente a presentarci i personaggi che dovremmo seguire nei prossimi capitoli, ovvero Saxon, Kenzie e Rand.
In un mondo in cui i topi, prede per eccellenza, sono costretti ad organizzarsi in piccole e chiuse comunità protetti dalle avversità del mondo esterno, i membri della guardia sono l'unica via di comunicazione e protezione verso l'esterno. Un po' moschettieri e un po' cavalieri, i topi della guardia hanno giurato di proteggere i loro simili.
Ma quella che sembra essere la città più importante, dall'emblematico nome di Tanasicura, è minacciata da un nemico che non viene dall'esterno, bensì dall'interno: un gruppo di traditori decisi a rovesciare il governo.
L'andamento della storia è narrato per capitoli, potremmo dire sei atti,ben suddivisi.
La costruzione narrativa della storia funziona bene, è lineare, ma non sono molto chiari i colpi di scena e l'effettivo ruolo dei vari personaggi. In effetti le differenze caratteriali, gli approfondimenti psicologici, sono appena accennati. Talvolta ho avuto dei problemi a seguire la trama, poiché l'autore è come se partisse dal presupposto che tu conosca gli effettivi attori della vicenda, che tu li abbia interiorizzati, e presume che tu abbia delle reazioni anche forti a quelli che sono i colpi di scena della storia.
Ci troviamo davanti caratteristici personaggi eroici pronti a sacrificare la propria vita per salvare il mondo, insieme a misteriosi eroi del passato dalla potente e leggendaria arma, creduti dimenticati, ma che ripoppano improvvisamente per combattere contro il comune nemico.
Devo dire che la storia è costruita in modo da farti vivere le preoccupazioni di questi topi che si affannano per sventare il colpo di stato. L'autore di questo colpo di stato, però, non l'hai visto manco mezza volta prima che ne venga svelata la reale identità. Questo significa che a me passa per il cazzo che quello sia il cattivo, non mi hai dato alcun colpo di scena, perché dentro di me non c'è alcuna sorpresa per aver scoperto che il cattivo è un topo di Tanasicura.

Personaggi
Gli stessi tre protagonisti, che dovrebbero avere un carattere ben definito, sono delle figurine bidimensionali appena accennate. Non hanno un modo di comportarsi ben pianificato, non hanno rivalità, punti deboli, caratteristiche comportamentali che possano renderli dei personaggi vivi e veri.
Nonostante questo, si potrebbe abbozzare un piccolo schema identificativo:

















Kenzie
è il topo grigio con il mantello viola (anche se in questa immagine sembra blu) e il bastone. Sembra un po' il Gandalf della situazione, penso sia il membro anziano del piccolo drappello e a quanto pare è una specie di leader.

Saxon
Si capisce vagamente da due battute alla fine del libro che ha qualche problema a riconoscere l'autorità di Kenzie, come se tra i due ci fosse una sana rivalità.
Forse è quello un po' più truce. Lo si capisce più dai disegni che dai dialoghi.
È il topo marrone con il mantello rosso.

Lieam
Topo rosso con mantello verde. Sempre alla fine di tutta l'avventura si capisce che è un giovanissimo membro della guardia che si dimostra essere molto promettente.

Tutto quanto detto sopra, ribadisco, si capisce pochissimo e durante la lettura del fumetto ho avuto qualche difficoltà a barcamenarmi tra topi dai colori di pelo e mantello simili e dialoghi piatti, completamente privi di una capacità di far evincere una caratterizzazione profonda.
Spero vivamente che si corregga il tiro nei futuri libri.

I Disegni
Il formato "quadrato" del libro è molto particolare e permette all'autore di giocare al massimo con la libertà delle tavole, che sono ben strutturate e molto evocative, sia per il soggetto, molto particolare, e le ambientazioni, sia perché l'autore gestisce molto bene le "inquadrature" in maniera fresca e basandosi più sugli effetti di enfasi che vuole creare, piuttosto che alle solite regole che sottostanno alla programmazione delle tavole.
Per fare un esempio: si prende la libertà di utilizzare metà pagina per un semplice primo piano, facendo in modo che il lettore metabolizzi quel primo piano come un attimo di profondo sconcerto del soggetto ritratto in una situazione difficile e tesa.
I toni dei colori sono belli e autunnali, i topi non sono alla Walt Disney, ma sono degli esserini tenerissimi ma capaci di grandi cose.

In Conclusione
Ragazzi, non è un capolavoro né come fantasy né come caposaldo della letteratura per ragazzi, ma è molto particolare e promette bene.
L'idea di utilizzare degli esserini minuscoli in un mondo di avversità è un buono spunto di riflessione, metaforico anche per la nostra stessa esistenza. E, in qualche modo, l'idea di un mondo frammentario e in gravi difficoltà di comunicazione tra una cittadella fortificata e l'altra, e lo stato di continua emergenza contro bestie feroci enormi (un serpente da affrontare può essere a tutti gli effetti paragonato ad un combattimento contro un drago), e contro agenti atmosferici imprevisti (una pioggia torrenziale è un vero e proprio cataclisma), bene si sposano con un'ambientazione medievale (sempre perché nel nostro immaginario il Medioevo appare come un periodo storico particolarmente buio e tetro, pieno di misteri e pericoloso per l'uomo comune).
Attendiamo con ansia nuovi numeri, in modo che si possa approfondire il discorso sulle caratteristiche dei personaggi male espresse in questo primo numero, e in modo da poter sviluppare meglio la storia e l'ambientazione che, in potenza, meritano attenzione.

A chi lo consiglio
Agli affezionati delle storie epiche e fantasy; a chi si è innamorato del signore degli anelli e vuole ricordare non la storia, ma certe atmosfere; a chi piace la letteratura per ragazzi non molto impegnata.

A chi non lo consiglio
A chi ha qualche problema coi topi; a chi non piace il fantasy e le storie epiche; a chi non riesce a immedesimarsi in un topo.

PS: da quello che vedo il successo della serie a fumetti ha fatto nascere anche un gioco di ruolo. A breve magari vi parlerò anche di questo!


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