martedì 15 dicembre 2015

Chameleon's Dish - Capitolo XVI

Rosencrantz e Guildenstern




“Perché un Pub?” chiedo a Adriano.
“Perché così ha deciso Luca”
“Cazzo, ma ancora gli date retta?”
“Senti, Al, lo sai come fa Luca: se non si va al Pub quello mette il muso e rompe il cazzo a raggio.”
“Eh, è esattamente questo uno dei motivi per cui mi sono rotto di uscire con voi.”
“Dai, che sono tutti contenti di rivederti!”
Michele mi ha visto arrivare da lontano e mi è quasi saltato addosso gridando “CONAN!”.
L’impatto è stato deleterio per quel menisco che mi fa male da quella volta che cademmo tutti e due dal motorino, quando uno stronzo di tassista ci tagliò la strada a Salita Arenella.
Michele tiene sempre la stessa faccia di cazzo e come al solito non parla mai di cose serie. Dice che si tiene una, adesso, ma secondo lui non è un fatto serio. Io dico che la tipa lo tiene per le palle.
“Le hai mostrato il puparuolo?” gli chiede Adriano, con la sua solita delicatezza.
“Lollissimo!" dice Michele, uccidendomi con il suo orribile intercalare "Ci siamo fittati una stanza in quell’alberghetto…”
“Un albergo a ore?” gli chiedo.
“Sì.”
“Ma che schifo, perdio”. Mi viene da ridere. Michele mi fa la faccia brutta. Dice che ci deve andare per forza, nell’albergo a ore, perché a sua madre non va più a genio che lui le porti squinzie a cazzo a chiavare in casa. E la squinzia a cazzo del momento è appena maggiorenne. Mentre lui ha quasi trent’anni.
“Pure tu con le creature, mo?” Fa Adriano.
“Perché chi?”
“Al!”
È arrivato il momento in cui cominciano a farsi i cazzi miei.
“Wa mostro!” mi dice Michele, e mi tira una pacca sulla spalla. “Come hai fatto? Conan!”
“Niente, ci siamo visti e gliel’ho buttato. Fine.”
“E mica solo una” continua Adriano, che manco chiude il cesso.
“Quante?”
“Una ventina” faccio.
Luca, che è quello che sta sempre incazzato per qualcosa, mi lancia un’occhiataccia.
“Che c’è?” gli chiedo “non ci credi?”
“Sei un pallista”. Il suo tono è piatto e saccente come sempre. Sarà dovuto al fatto che è brutto come la morte e tutte le ragazze che ha avuto erano dei cessi aberranti e pure antipatici.
“Vabè, si sa che Al è andato sempre male in matematica” dice Adriano “Oggi ha scoperto come si scambia il due per il venti”
“E comunque sto messo meglio di voi” aggiungo, per puntualizzare. Ridono tutti tranne Luca.
Arriviamo a un pub di merda di moderna apertura. La specialità messa sul cartellone fuori, su una specie di bacheca, è il panino fatto con il pane nero al carbone, una di quelle cose che mi fa senso solo a vederlo.
“No, ma quello è buono” mi dice Michele “non sa di carbone.”
“Ha un’aria cancerogena” faccio.
"E tu sei un esperto" mi fa Adriano, cogliendo la palla al balzo. Michele non capisce.
"Perchè?" chiede.
"Perchè suo padre è morto di cancro, no?" Interviene Luca aspramente. La situazione si raggela. Mi metto a ridere. La situazione si distende un po'.
Sento Adriano che dice a Michele "un fulmine, tu, eh?"
"Oh, ma che vuoi!"
Luca è convinto di essere un talent scout dei pub. Ogni stracazzo di pub del Vomero lui ci entra, se lo studia e mette una recensione su Trip Advisor. Mi chiedo come sia possibile che uno con così poca intelligenza culturale riesca a scrivere così tante recensioni.
Mi danno il Menu. Mi faccio il conto che il panino che voglio costa sette euro, la birra sei. Siccome gli altri mangiano come la merda e probabilmente vorranno pagare alla romana, già so che dovrò cacciare almeno venti euro. Erano gli ultimi venti che dovevano durarmi fino a fine mese e oggi siamo al quindici. Fanculo i pub.
Luca ordina il suo standard: panino con cotoletta di pollo e patatine fritte, più una porzione di patatine e wurstel. Eccolo qui, il degustatore di frittura standard con le sue recensioni obiettive.
“Ce l’avete la senape?” chiedo.
“No” mi fa la tipa.
“Allora per me un numero 12”
“Sicuro?”
“Sì.”
“Con le cipolle?”
“Sì.” Non riesco a capire perché sta tipa non voglia farmici mettere le cipolle nel mio panino.
“Forse perché ti si vuole ammoccare” dice Adriano.
“Seh, come no.”
Michele dice "Looool!" E a me per l'ennesima volta si torce il fegato.
Luca si prende la birra più di merda che hanno. Io provo la Guinness, che mi arriva annacquata e spillata male. Il panino, poi, sembra cartone e la cipolla è l’unica cosa che ha un sapore.
“Questo pub fa schifo” dico.
“Che?” mi fa Michele. Non riesce a sentirmi perché c’è un casino di pazzi.
“Questo pub fa schifo!” grido. La tipa del tavolo accanto mi guarda male.
“No, a me non dispiace” dice Luca. Per l’ennesima volta ho la conferma che è un coglione che non capisce un cazzo. Le sue patatine sono talmente unte che quando beve la sua birra lascia un alone di olio sul bicchiere.
“Ma con Maria come va?” mi fa Michele. Non rispondo.
“Michele sei il solito culo” dice Adriano. È evidente che mi ha letto nel pensiero, meno male che c’è lui.
“Ah, scusa, vabbé, pensavo volessi parlarne!” dice Michele.
“Non vedo come potrei, sarei costretto a urlare” spiego. Credo che Michele non mi abbia capito, dice solo lol, sommessamente.
Luca passa buona parte del tempo a spiegarmi come sono andati male i suoi ultimi colloqui di lavoro. Un tipo di un’azienda gli ha pisciato in mano perché voleva mandarlo per uno stage all’estero e lui ha rifiutato.
“Ma che cazzo dici?” faccio “Perché hai rifiutato?”
“Eh, maddai, non ho mica bisogno di andare all’estero per fare quello che faccio benissimo anche qui” E lo dice con quella sua maledettissima spocchia. Sento che mi stanno per saltare i nervi. Vedo che anche Adriano è in difficoltà.
“Perché, hai paura che all’estero non ti facciano il panino con la cotoletta?” chiedo, in maniera sarcastica.
“Hai rotto il cazzo” mi risponde Luca. Evidentemente non capisce il sarcasmo. Tanto non lo capisce che tira pure un pugno sul tavolo. Tremano i bicchieri.
“Io?” chiedo.
“Sì, tu”
“Perché?”
“Perché da quando ci siamo visti non hai fatto altro che criticare il pub prima ancora di entrarci.”
“Ma quando mai!”
“Adriano?” 
Adriano, chiamato in causa, è titubante “Beh, un po’ l’hai fatto, però guagliù… cioè…  è normale… non è che devono essere tutti d’accordo…”
“Lui non è mai stato d’accordo su niente!” fa Luca indicandomi.
“Senti, non voglio litigare” gli dico “però che cazzo, Luca, io non ho soldi che mi escono dal culo come te, a me queste cose che mi hanno portato non piacciono, mi da sul cazzo di dover sprecare i miei soldi così. Potevamo farci un fatto tranquillo da Fermo Pizza invece di chiuderci in questo posto di merda dove non si capisce manco un cazzo di quello che diciamo.”
“Ah, certo, mo il problema sono i soldi. Se non hai i soldi per il pub te li do io.”
“Non dire stronzate, è un fatto di principio”
“Mo mi hai fatto il problema dei soldi, se ti servono i soldi me lo dici e pago io!”
“Cazzo, Luca, non sono i soldi il problema!” sento che la mia faccia è diventata bollente “Il fatto è che nessuno questa sera mi ha chiesto se avevo voglia di andare in un cazzo di pub, nessuno di voi si è posto il problema di chiedersi se fossi d’accordo e adesso, cazzo, non posso nemmeno lamentarmi per dire che questo posto fa schifo?”
“Lo vedi come fa?” dice Luca guardando Adriano.
“Ragazzi, su, finiamo di fare casini sulle stronzate, ià, stimo sciolti!” interviene Michele.
“Facciamo così, mettiamo noi i soldi per Al perché ci ha fatto piacere rivederlo dopo tanto tempo, ok?”
“Ma che cazzo dici?” intervengo. “Michè, il problema non sono i soldi, perdio!”
“Ho capito!” dice Michele “Non possiamo semplicemente festeggiare il fatto che sei qui oggi offrendoti la cena?”
“Come al solito siete dei coglioni e non capite un cazzo” rispondo. Ho l’irrefrenabile voglia di spaccare il bicchiere con quel piscio di Guinnes e sfregiare la faccia di tutti.
“Vado a fumare”.

[Continua QUI]

[Riferimenti immagine: l'ho trovata su Pinterest a QUESTO indirizzo, che a sua volta rimanda a QUEST'ALTRO indirizzo.]

Nessun commento:

Posta un commento