martedì 1 dicembre 2015

I Kill Giants - Recensione

Oggi parliamo di un fumetto strepitoso, scritto da Joe Kelly e disegnato da Jim Ken Niimura.
In Italia è pubblicato da Bao.

La storia è semplicissima: c'è una bambina, Barbara Thorson, che fa la quinta elementare. È strana, le piacciono i giochi di ruolo, si comporta da maschiaccio e soprattutto uccide giganti grazie alla sua super arma segreta che si chiama Coveleski, nascosta in una borsetta a forma di cuore.
Tutta la storia gira sulla forza d'animo e l'arroganza di questa ragazzina che, forte delle sue convinzioni derivanti dalla sua passione per il fantasy e i giochi di ruolo, fa del suo essere diversa da tutte le altre un punto di forza per dimostrare a se stessa e a tutto il resto del mondo che lei è una grande, la migliore.
La maggior parte delle persone non fanno altro che rispondere a questi atteggiamenti con forza e mettendosi "contro", senza porsi domande.
Il vero motivo per cui la bambina si comporta in questo modo è un doloroso segreto.

Joe Kelly
È un autore americano, creatore di una serie animata di successo che si chiama Ben 10. Fa parte anche di un'equipe di creatori della Man Of Action Studios.
È stato autore per la Marvel di Deadpool, X-Men e per la DC ha scritto alcuni numeri di Superman (molto apprezzati) e della Justice League.
Pare che sia bravo, non ho mai letto niente di quello che ha scritto tranne questo fumetto, che mi è piaciuto tantissimo, quindi quando leggo che è bravo io ci credo.
Ha vinto con questa sceneggiatura il Gran Guingi del 2011.
Inoltre questo fumetto ha vinto  il "Best Indy Book" dell'IGN nel 2008 ed è stato inserito tra i migliori dieci fumetti del 2009 dalla rivista New York.

Jim Ken Niimura
Quest'uomo ha un blog, lo trovate QUI.
Pare che sia un giapponese spagnolo che vive a Tokio.
Secondo quanto scritto dalla Bao nella quinta di copertina, questo tipo si è laureato in arte, ha fatto soprattutto campagne pubblicitarie per realtà spagnole e nel fumetto si è cimentato soprattutto in web serie e storie brevi. I Kill Giants rappresenta la sua prima storia lunga e io dico che si è comportato egregiamente.



I Kill Giants
Barbara è l'unica persona che può salvare il mondo dall'imminente arrivo del Gigante più potente e distruttivo dell'universo. Che non è un gigante, ma un Titano.
La sua spiccata fantasia, in realtà, cerca di dissimulare la vera tragedia che sta vivendo a casa.
Barbara infatti è terrorizzata dal dover salire il primo piano di casa, e preferisce dormire nel sotto scala, che è diventato il suo rifugio segreto.
Vorrei farvi notare una cosa: nella produzione delle storie americane (o inglesi), di solito la cantina o il sotto scala sono viste come luoghi per eccellenza in cui i bambini non vogliono entrare. Ma Barbara non è una bambina come le altre. C'è qualcosa di molto più spaventoso di un mostro della cantina, che si trova al primo piano della sua casa. Ed è questo mostro che la piccola non riesce ad affrontare.
Con una narrazione molto sensibile, questi due autori ci proiettano in una storia allo stesso tempo divertente e malinconica, che mette il punto su alcuni comportamenti strani dei bambini, facendo gioco su un'enorme e moderna metafora che cerca di spiegarci come un bambino può vivere in maniera fantastica le difficoltà della sua esistenza.
Assistiamo, in questo fumetto, ad un ennesimo spostamento di focus che ravviso nella produzione di storie degli ultimi anni: Barbara è una bambina moderna sotto tutti gli aspetti, in quanto bambina ha i capelli lunghi, ha delle fatine che la inseguono e con cui gioca, ma allo stesso tempo è un maschiaccio che non riesce a legare con le vanitose compagne di classe, convinta che esistono cose più importanti a cui un eroe deve pensare. È pestifera, è arrogante, è violenta. È esattamente una bambina con la quale ci si riesce ad immedesimare proprio perché si comporta esattamente come farebbe una ragazzina di oggi, di quelle a cui piacciono le principesse, ma si immedesimano più volentieri nell'ammazza demoni, perché evidentemente il classico modello della donna "carina" non è più sufficiente a soddisfare l'immagine che abbiamo di noi stesse.


Tutti i personaggi che le sono di contorno, reagiscono in qualche modo a questi comportameti anti sociali. Le istituzioni non riescono a gestirla, ed è perseguitata dall'immancabile Bulla, che mal sopporta di trovarsi davanti una ragazzina che non soccombe alle minacce. Lo spirito ribelle di Barbara, infatti, viene fuori al massimo livello nel momento in cui si trova davanti ad un'autorità, che sia questa un'autorità ufficiale (come la maestra o il preside) o un'autorità riconosciuta solo dalla massa (ovvero il Bullo di turno).
Le uniche persone che cercheranno di aiutare Barbara a sconfiggere il suo gigante sono la psicologa (che è l'unico elemento istituzionale che si pone il problema di entrare in relazione con lei) e una ragazzina nuova, abbastanza intelligente da notare qualcosa di particolare in Barbara.
Sottolineo che tutta la storia vive su un filo rosso che separa la realtà vera da quella che vive nell'immaginario della bambina. Quando leggi questo fumetto sai perfettamente che Barbara si sta preparando ad affrontare una battaglia che in realtà vive solo nella sua fantasia, ma man mano che si va avanti nella storia, questa netta separazione tra reale e fantastico non è più una certezza, fino ad arrivare al cosiddetto "punto centrale" in cui tutte le certezze che hai accumulato nella lettura delle pagine precedenti crolla, e ti fa entrare veramente in crisi, per poi farti scegliere da solo quale sia la conclusione che ti soddisfa maggiormente: Barbara è veramente una creatura a cavallo tra due mondi, oppure no? Qual'è l'idea a cui vuoi credere maggiormente?
Dietro l'edizione Bao, dove c'è scritta la trama, per descrivere Barbara dicono"una bambina straordinariamente fragile e caparbia". Sarà che io mi sono immedesimata tantissimo in Barbara e quindi mal sopporto che in qualche maniera, indirettamente, mi si dia della "fragile", vorrei dire che non sono d'accordo con questa descrizione. Esiste una differenza tra "avere paura" ed "essere fragile". Anche le persone forti hanno paura, e Barbara è tutto meno che fragile.
L'idea è questa: la reazione di Barbara alla paura la rende molto forte. Questo perché le persone fragili reagiscono alla paura con abbandono. Le persone forti reagiscono alla paura con rabbia, con la volontà di fare qualcosa. Quindi, deduco, Barbara non è affatto fragile, è solo incazzata nera, sa che deve affrontare una battaglia ed è convinta di doverla affrontare da sola.
E infatti, se leggete il fumetto, capirete che alla fine è da sola che riesce ad affrontare la sua battaglia, e tutte le persone che l'aiutano non l'aiutano materialmente nella battaglia, ma semplicemente iniziano a credere che lei realmente possa uccidere i giganti, da sola.
È una storia di crescita, e la vera crescita sta nel riconoscere che ci sono battaglie che non possono essere vinte, ma non per questo si è meno forti.


I Disegni
Hanno un aspetto caricaturale, molto jappo style, però si sposano perfettamente con la storia, oltretutto ambientata in paesaggi e costruzioni tipicamente americane che creano un bel contrasto. È tutto giocato su scale di grigi, le caratterizzazioni dei personaggi sono ben studiate non solo nella stesura della storia, ma anche nella grafica. Ci sono alcune tavole molto molto belle, studiate ed utilizzate proprio nei momenti più drammatici ed espressivi. Si rinforzano gli scuri e i neri nei momenti di più forte impatto emotivo, tutto letto sempre secondo il punto di vista della bambina, che trasforma la realtà nel momento in cui non la comprende, o nel momento in cui cerca di comprenderla a suo modo.
Una cosa che non mi è piaciuta (che non dipende dall'edizione Bao perchè la vedo anche nelle tavole americane), sono i baloon: non sono perfettamente leggibili, la stanghetta che conduce la nuvola al personaggio che parla non è chiara, talvolta si confonde con il disegno, e questo è fastidioso, mi ha costretta a rileggere alcune parti perché non avevo capito chi fosse a parlare.


Conclusioni
Dovete leggere assolutamente questo graphic novel. Che voi siate dei vecchi bavosi maschi che non riescono a concepire l'esistenza di bambine maschiacce forti, o che siate dei ragazzini emotivi tutti acne e youporn, se avete una coscienza, questo fumetto la troverà, la pesterà e vi farà piangere fortissimo.
Si tratta di una storia eterna, fantastica e reale al tempo stesso, che saprà ricordarvi cosa significa per voi, adulti, essere diventati grandi e cosa significava, quando eravate piccoli, affrontare quelle grandi cose orribili che vi ha portato la vita. Tutti noi in qualche modo siamo stati e siamo ancora Barbara Thorson, siamo tutti dei Barbari figli di Thor, quando ci incazziamo perché la vita ci vuole costringere a fare i conti con tutto l'orrore dell'universo. La vita ci rende deboli, ci costringe ad affrontare i nostri titani. E tutti, come Barbara, dovremmo farlo con coraggio accettando i nostri limiti e scoprendo quanto è meravigliosa la nostra umanità.

A chi lo consiglio
Tutti indistintamente, di qualsiasi etnia, religione, peso specifico, sesso, età e pettinatura siate.

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