mercoledì 16 marzo 2016

Chameleon's dish - Capitolo XVIII

Graffi



La luce fredda del monitor del mio portatile rende tutte le ombre della stanza spettrali e fa contrasto con quella giallo arancio del lampione che sta fuori al balconcino. Non so precisamente dove si incontrano sul soffitto, forse c'è quell'ombra scura del lampadario che nasconde il confine tra il dentro e il fuori. Accanto a me sento Laura respirare. Anche lei guarda il soffitto.
"Che pensi?" le chiedo
"Mah..." dice. Ha una mano in faccia, l'altra dietro la testa "Pensavo a... cose. Le tipiche cose post coitali"
"Aha.."
"Tipo, che ne so, torte al cioccolato, conigli a forma di nuvola... cose."
"Ah, quelle cose..."
"Ricordo che da bambina mi bruciavo sempre con le sigarette di papà, per sbaglio. Ci metteva sopra un po' d'olio e non mi è mai rimasta nessuna cicatrice."
"Cristo, è per questo che l'hai fatto, prima?"
"No, prima ti ho bruciato con la sigaretta perché mi dava sul cazzo il fumo. E perché, come tutti i maschi, sei insofferente al dolore"
Mi guardo il petto con un po' di difficoltà. Sento ancora l'alone di dolore della bruciatura. Lei sul corpo ha qualche rossore, forse diventeranno lividi.
"Ti ho fatto male?" le chiedo.
"Se non avessi voluto, non te l'avrei chiesto."
"Laura... perché vuoi che ti colpisca?"
Si gira nel letto e si mette di fianco. Adoro quel modo che hanno le tette di essere asimmetriche quando le donne si mettono sul fianco.
"Perché tu mi ispiri violenza"
"Fantastico"
"No, davvero. Ti tengo d'occhio da un po'..."
"Cosa?"
"Sì, e ogni volta che ti vedevo, al bar, mi ispiravi violenza. Volevo sentirmi la tua faccia tra le tette e i tuoi denti nella carne. E ti volevo infilare le unghie nella schiena e sentire le tue mani sulla mia gola"
"Che significa che mi tieni d'occhio da un po'?"
"Significa quello che ho detto"
"Cioè, tu mi avevi notato... al bar?"
"Siuro."
"Oh"
"Sembri sorpreso"
"Beh, lo sono"
"Guarda che tu non sei così male come pensi"
"A parte il fatto che ispiro violenza"
Laura ride e si mette a cavalcioni su di me, Mi passa le mani sul petto. Per un attimo penso davvero di piacerle.
"Hai un modo di guardare le cose che mi fa pensare alla bella addormentata"dice.
"Bene, adesso ti faccio pensare alle principesse..."
"Le principesse ispirano violenza."
"Ahm..." mi infila la lingua in bocca.
"Ti guardavo" continua "mentre stavi con i tuoi amici, o con altra gente. Hai un modo strano di essere con gli altri, ma completamente solo"
"Commovente" il suo culo nelle mie mani, solo questo voglio sentire adesso.
"Distratto, come se non te ne fregasse un cazzo del mondo..."
"Aha..." E poi quel fatto che mentre parla con quella voce usa le unghie per ricordarmi la traccia dei graffi che mi ha segnato addosso, e le sue cosce calde sui fianchi... e il suo culo nelle mie mani.
"E pensavo" continua lei "quasi quasi vado lì e gli apro la pelle con un pezzo di vetro, così lo faccio tornare tra i mortali"
"Wow..."
"E dici questo? Wow?"
"Sì, beh..." cerco di baciarla, lei si ritrae "cazzo, wow, cioè..."
"Ti ho appena detto che voglio vedere il tuo sangue e tu dici wow..." mi mette una mano alla gola per costringermi a stare giù con la testa.
"Avresti dovuto dire qualcosa tipo 'sì, padrona, fammi tutto quello che vuoi'"
Non credo di aver fatto una bella faccia. Lei ride e mi scende di dosso.
"Senti, io..." faccio "non mi piace dire certe cose, a letto"
"Non ti piacciono i giochi di ruolo..."
"Non è un fatto di giochi di ruolo. E' più una questione di..."
"Sei timido"
"Cristo, no, ancora co 'sto timido..."
"Mi piace giocare con te. Te la prendi a cuore"
Resto spiazzato, ancora una volta. Sto per replicare e mi resta una mano a mezz'aria. Ci rinuncio e abbandono la mano.
"Sai, Al, io so perfettamente come ti chiami, visto che ti ho puntato da tempo"
"ah..."
"Sì. E anche se non ti avessi sentito nominare cento volte al bar, avrei comunque letto il tuo test dell'HIV che hai lasciato in bella vista sulla scrivania"
"Oh merda!"
Mi alzo dal letto. Sulla scrivania c'è, in effetti, il test. E quindi quello carino era solo un soprannome del cazzo per prendermi per il culo, magari.
"Tranquillo" mi fa lei "non riderò di te. Almeno non in tua presenza."
"Oh, senti, Laura, devi capire che io... beh, non è che abbia avuto tutte queste storie. Sai..."
Laura mi guarda come se fossi un pidocchio. Mi sento veramente ridicolo e improvvisamente ho la sensazione che il mio pisello sia minuscolo.
"Lo so, piccolo... la verità è che mi ispiri violenza anche per questo. Perché sei un imbranato"
"Ah, fanculo!" e le do le spalle. In sostanza perché preferisco farle vedere le mie chiappe piuttosto che il mio cazzo moscio.
"Vedi, te la prendi a cuore!" ride di nuovo.
"Senti, sei tu quella che invita sconosciuti a casa a chiavare, forse sarebbe il caso che anche tu ti facessi certe analisi"
"Io non invito sconosciuti a casa, coglione. Io l'ho fatto solo con te!"
Forse mi ha colto alla sprovvista.
"Che fai, non parli più?" mi dice. La guardo di sottecchi e lei si stende di nuovo sul letto, a quattro di bastoni. Non ho mai visto una donna così tanto a suo agio completamente nuda.
"Io... perché dovrei crederti?"
"Non devi farlo. Puoi scegliere di credermi o di non credermi. Nessuno ti obbliga"
Sbuffo.
"Sai di cosa ho voglia?" mi fa lei. Io sollevo un sopracciglio.
"Voglio che mi scopi la bocca"
"Oh..."
"Dai, scopami la bocca..." si mette in ginocchio sul letto, le mani a pugno a puntellarsi e il mento in avanti. Farei cose indicibili a quella faccia.
"Dai... " si morde le labbra, mi spia dalle folte ciglia nere "scopami la bocca..."
"Niente morsi, ok?"
"Oh quanto sei noioso!"
Le afferro la faccia con la mano, forte tanto da sentire l'impronta dei denti sotto le dita attraverso la guancia.
"Niente morsi, siamo intesi?" la guardo dritto negli occhi.
Lei mi prende il polso. allento la presa. Apre la bocca. Nei suoi occhi, però, vedo una promessa di vendetta.

[immagine presa da QUI]

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