martedì 5 maggio 2015

Chameleon's Dish - Capitolo IV (seconda parte)

Questo post è il continuo di questo.
Eravamo rimasti a questo
Vivo in una casa con gatto in dotazione, siccome a quanto pare campa sul terrazzino di questa casa al quarto piano da secoli. Io l'ho adottato e lui mi fa da moglie.



Il Napoli ha perso contro il Sassuolo (parte II) 


Fare da moglie a uno come me non è facile, e forse è per questo che la mia bionda è andata via. 
La sua assenza mi distrugge. Pochi mesi fa a quest’ora sentivo la sua voce che mi diceva di aprire il balcone per far uscire quella puzza di fumo. La sua voce mi diceva di spegnere la luce, di smetterla di scrivere, di andare a dormire. Quante cose faceva la sua voce. 
E lei era sempre più una matassa di coperte dentro al letto, con quel lenzuolo che si appuntiva lì dove nascondeva il capezzolo. Io la guardavo come fosse un Cristo Velato, allibito, sconcertato, da quanto fosse meravigliosa e impossibilitato a darmi una ragione di tanta bellezza. 
E adesso nel mio letto c’è un gatto che si lecca il culo con l’eleganza di una ballerina, non c’è nessuno che mi impedisce di fumare, di bere, di scrivere. Tranne io. Solo io mi impedisco di scrivere, per colpa di quei pensieri martellanti che mi ossessionano peggio delle notifiche di FaceBook.
Notifica: Ad Adriano piace la tua foto.
Notifica: Luca ti ha mandato un adesivo.
Notifica: Maria ti ha mandato un messaggio.
Scorro le pagine piene di roba inutile. Devo smetterla di sorprendermi di quante ragazze postano foto di gattini e di quanti ragazzi postano foto di zoccole.
Mi fermo sulla foto di una che, Dio Santo, tiene un culo che glielo prenderesti a morsi, ma la notifica di Maria mi fa male al fegato. 
All’improvviso mi viene un senso di colpa che mi impedisce di entrare su quei siti speciali, e apro la finestra di chat della mia Bionda.
“Scommetto che stai fumando. Io sono a casa, chiamami se vuoi.”
Adesso lei saprà che ho visualizzato il messaggio e non ho scampo. Le devo rispondere per forza, altrimenti poi mi telefona per sapere perché non le ho risposto.
“Sono stanco, penso che andrò a dormire.”
Visualizzato alle 00.23.
“Non è che ti metti a guardare le femmine nude?”
Cazzo. Questa donna mi conosce.
“Il cazzo è mio, ci faccio quello che voglio”
Visualizzato alle 00.35.
Mi contatta una tipa, si chiama Carmela. Che nome di merda. Mi manda un messaggio pieno di cuoricini.
“<3 <3 <3 Che ci fai ancora sveglio?”
“Scrivo, come sempre” e so di mentire per il puro scopo di immaginarmi Carmela davanti al suo computer che si riempie di cuoricini e pensa che sono davvero uno che sa scrivere.
Visualizzato alle 00.38.
“Oh! Come vorrei leggere qualcosa che hai scritto! :D”
“Magari un giorno” le rispondo.
Mentre chatto con lei, mi vado a vedere le sue foto. E’ piccola, magra, denti storti, ma ha un suo perché. Tette piccole.
Non mi ricordo manco dove diavolo l’ho incontrata sta tipa. Sarà una di quelle amiche di amici incontrate a qualche festa. Mi ricordo solo che quando ho cambiato il mio status di Facebook da “fidanzato ufficialmente” a “relazione complicata” ho avuto un sacco di notifiche, commenti, telefonate, messaggi. Quando è morto mio padre, invece, nessuno mi ha detto un cazzo. Nessuna telefonata, tranne quei quattro stronzi che ci sono sempre.
E’ questo il bello di Facebook. Non ero nessuno, ma, da quando ho una relazione complicata, la mia vita è piena di notifiche.
Mentre chatto con questa tipa scopro che a lei piace un sacco leggere, ma mi viene da dubitare che abbia mai capito qualcosa di quello che ha letto. Ogni frase che scrive ci mette alla fine una faccina sorridente, e non ho capito se devo immaginarmela che sorride oppure no.
A un certo punto le chiedo che sta facendo.
“Sto parlando con te xD
Ahaihaihauahua!”
Le rispondo con una faccina perplessa.
“No, stavo sentendo la musica ;D”
“Ma non è tardi? Domani hai scuola!”
“Ma che scuola! Io vado all’uni!”
Uni
Sembrava più piccola, e in effetti sul suo profilo ho cercato tutto tranne la sua data di nascita. E’ nata nel 1992. Ha 22 anni, ma non è questo che mi rende perplesso, quanto il fatto che è nata nel 1992. Caspita, gli anni novanta me li ricordo, non sono sfocati come gli ottanta. A quel tempo già pensavo.
Questa cosa mi disturba tanto che le chiedo come è vestita.
“Sono in pigiama ;P”
“Non ti facevo tipa da pigiama” le rispondo.
“Mi vedevi più da tutta nuda?” mi fa lei,
“No, in realtà ti vedevo da camicia da notte”
“Che schifo! xD”
Non capisco cosa ci trovi di male in una camicia da notte. Comunque mi arriva una foto. Una foto da cucciola infagottata in una matassa di vestiti troppo grandi. In cima alla testa un groviglio di capelli arruffati, in una specie di tuppetiello.
Improvvisamente decido che devo buttarglielo.
Fissiamo un appuntamento il giorno dopo.
Vado a dormire e ho in testa l’immagine di Maria nel suo letto che magari non dorme perché pensa a me.
Mentre cerco di guadagnarmi il posto che mi spetta spostando il gatto nel suo lato del letto, improvvisamente Maria non è più sola nel suo letto ma in compagnia dello sconosciuto che è stata la causa della nostra rottura.
Questa immagine mi ossessiona, mi entra nel cervello, si trasmette ai miei nervi che si tengono e tirano come fosse un dolore in tutto il corpo, e mi tiene sveglio con una gran voglia di spaccare tutto.
Poi penso che negli ultimi mesi sono due le cose che mi tengono sveglio: l’immagine di Maria con un altro uomo, e l’immagine di mio padre mangiato dai vermi.
Mi chiedo come si stia lì sotto, nella terra fredda. Che cosa si prova a non avere più le palpebre? 
E’ possibile che la nostra coscienza rimanga intrappolata dentro il nostro corpo e noi siamo costretti in una specie di incubo a restare fermi, interrati, a guardare il buio della nostra bara fino a quando l’ultimo centimetro della nostra materia non si fondi con tutto il resto?
Chissà in quanto tempo si marcirà quel corpo già marcio di mio padre. 
E io? Io in quanto tempo marcirò?
Accento la TV perché sto ricominciando a pensare a quelle cose. Ho paura di addormentarmi.
Metto un canale dove ci sono un sacco di X e dove un tipo sfigatissimo fa finta di scoparsi due tipe con pettinature anni ’80. Mi sembra quasi di essere tornato in dietro nel tempo, quando mi chiudevo a chiave in salotto e accendevo telecapri. Dio benedica internet.
Cambio canale e trovo una che balla attorno al palo. Certo, il numero di telefono a pagamento che lampeggia in alto a sinistra sullo schermo si prende tre quarti di televisione, però sempre meglio che addormentarsi con una puntata della signora in giallo.
Più guardo quella femmina nuda che balla, più penso a Maria, ai suoi occhi tanto azzurri che ti scavano un buco nell'anima. 
Non sono del tutto sicuro di quello che vedo, perché le enormi tette della tipa in TV sono così simili a quelle della mia Bionda che per qualche istante mi sembra sia proprio lei, a ballare attorno a quel palo. 
E poi, proprio mentre sto chiudendo gli occhi, mi accorgo che sto crollando in un sogno che mi terrà sveglio per le prossime notti.

2 commenti:

  1. Notifica: A Mavco piace il tuo post.

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  2. :D

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